Il blog del corso di Progettazione Urbanistica

La riparazione della città diffusa

Esercitazione 3.0: esempi di masterplan

Dalle prime revisioni che abbiamo fatto insieme, emergono alcune considerazioni: vorremmo ora tentare di dare alcune indicazioni sulle modalità di redazione del “masterplan” dell’area di progetto, che è uno degli elaborati obbligatori per sostenere l’esame. In seguito, quando inizierete aproporci gli altri elaborati, in base alle difficoltà che incontreremo tenteremo di chiarire alcuni aspetti.

Intanto, una indicazione che abbiamo dato più volte: il masterplan deve restituire un assetto spaziale, non una zonizzazione! Per questo, sarà molto utile per voi lavorare direttamente sulla base CTR al 2000, magari avendo accanto (o sotto) una buona fotografia aerea, così da segnare nel modo più approfondito possibile lo “stato di fatto”.

Per fornire alcuni spunti, sono qui riportati, a puro titolo di esempio, delle restituzioni di elaborati che hanno le caratteristiche tipiche del “masterplan”, ovvero del disegno generale, di massima, entro il quale trovano collocazione e si relazionano tra loro gli elementi del progetto urbanistico.

Gli elementi, nei casi che vi indichiamo (ma potete trovarne tanti anche solo digitando su “immagini” di google la parola masterplan) hanno delle forti similitudini. Sono restituzioni zenitali di aree più o meno urbane, connotate dalla presenza di elementi ben individuabili in relazione tra loro:

– edifici, dei quali solitamente si riesce a distinguere la tipologia;

– strade e spazi pubblici (trattate con maggiore o minore cura, ma sempre centrali nella restituzione delle relazioni tra gli spazi dei progetti presentati);

– “materiali” verdi: alberature, siepi, masse vegetali, prati, etc.; il verde è disegnato con molta cura, solitamente, e le alberature sono spesso (e per convenzione) rappresentate ad un grado avanzato di crescita;

L’uso delle ombreggiature degli elementi (ovvero, la restituzione dell0 sviluppo in altezza degli elementi rappresentati in piano attraverso la proiezione delle ombre al suolo) è molto comune, poichè consente di dare “spessore” ai disegni, e renderli maggiormente efficaci (leggi: comprensibili)

In alcuni casi, come in quello qui sotto, il masterplan può essere addirittura “poggiato” sulla foto aerea, per offrire una immagine dell’inseriemento nel contesto del progetto; ma è solo una delle tante modalità di restituzione del progetto di insieme.

Le aree “trattate” (sia con il colore che con dei tratteggi, o con dei retini anche in bianco e nero), ovvero fatte oggetto di attenzione progettuale, vengono distinte da quelle dove non si agisce/progetta poiché queste ultime vengono semplicemente lasciate “bianche” (o vuote, dipende di che tipo di disegno si parla); ovvero, non occorre trattare tutta la superficie della tavola o disegno, ma si possono evidenziare relazioni tra elementi attraverso una attenta scelta di quello che occorre fare venire fuori dal disegno.

Per questo, il masterplan può essere anche molto schematico, ma deve necessariamente riportare elementi che consentano, nel passaggio alla scala superiore (nel nostro caso, nel passaggio dalla scala 1:2000 alla scala 1:500) di avere ben chiaro il disegno generale, l’inquadramento, le relazioni che al 500 ovviamente “stanno fuori” dal foglio, ma devono (dovrebbero, se il progetto è approfondito e funziona) essere state considerate.Dunque, il consiglio è quello di disegnare avendo chiaro il significato delle convenzioni grafiche, senza naturalmente preoccuparsi della “bellezza” del disegno, ma assolutamente preoccupandosi della capacità che il vostro disegno ha (avrà) di comunicare il vostro progetto, le vostre idee.

No comments yet»

Lascia un commento