Il blog del corso di Progettazione Urbanistica

La riparazione della città diffusa

Museo di Quai Branly

Il Museo di Quai Branly a Parigi è stato realizzato dall’Atelier dell’architetto Jean Nouvel ed inaugurato nel 2006.

Il fine è stato quello di mettere in mostra oggetti d’arte di culture non occidentali o poco conosciute, progettando un museo moderno, lontano da logiche neocolonialiste.

La struttura si situa nel cuore della città, sul lungo Senna e a poco più di 200 m dalla Tour Eiffel, occupando un’area totale di 76500 m².
Il complesso è frammentato in quattro edifici, per meglio relazionarlo ai blocchi ottocenteschi che distinguono la zona.

Gli elementi che lo caratterizzano maggiormente sono un “muro vegetale”, ideato dal botanico Patrick Blanc, che ricopre la facciata sul lato nord, i grandi pilastri su cui si erge l’edificio principale, e una lunga vetrata che costeggia il giardino interno (progettato da Gilles Clément): forse è proprio quest’ultimo la parte che dialoga di più col contesto; secondo gli intenti dell’autore, infatti, “il museo si dissolve nelle profondità del giardino”.

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Per la varietà dei materiali, dei colori e per la complessità delle forme, si può definire la struttura come un amalgama architettonico; tutto è però integrato dal filtro visivo della vegetazione.

Il risultato è una vera e propria “fusione” tra giardino e museo, che si differenzia però, in modo abbastanza netto, soprattutto da un punto di vista cromatico, dal contesto urbano.

Un punto di forza del progetto è la sua sostenibilità: ha ottenuto la certificazione Alta Qualità Ambientale per il muro vegetale di Blanc, utilizza pannelli fotovoltaici e sonde geotermiche nel sottosuolo per la climatizzazione.

Debora Iacopini

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