Il blog del corso di Progettazione Urbanistica

La riparazione della città diffusa

Esercitazione 2.5

Sopralluogo a Capannori

In vista del lavoro di esercitazione progettuale su Capannori, credo che sia stato più che necessario fare un sopralluogo sulla zona in questione, tanto che io ed alcuni compagni abbiamo deciso di tornarci successivamente per un’ulteriore visione, a quel punto molto più nitida, sul da farsi per la riprogettazione personale della zona.

Non ero mai stata a Capannori prima, ed ho travato l’esperienza piacevole; credo sia stato molto utile integrare le lezioni svolte in facoltà con il “lato pratico” proprio dell’urbanista, trovarsi lì tutti insieme e scambiarsi pensieri e punti di vista diversi; mi è servita ad aprire maggiormente gli occhi sulla realtà circostante, facendo nascere in me nuove idee, nuove soluzioni progettuali, che prima, trovandomi soltanto di fronte alle cartografia e non fisicamente dentro la situazione, non avevo avuto; un’ altro tassello che fa aumentare la passione per la materia.

Partendo dalla stazione di Tassignano si percepiva un ambiente silenzioso, isolato, quasi abbandonato, dove i primi edifici che abbiamo trovato funzionavano tramite uno storico sistema di corti; per raggiungere Capannori è necessario attraversare un’importante asse di comunicazione stradale: ai suoi lati possiamo notare la presenza di edifici sparsi caratterizzati da un’ architettura tipicamente  rurale, intervallata da ampi spazi aperti, campi coltivati o incolti, che col sole primaverile davano una sensazione di tranquillità e spensieratezza. Da notare la presenza di vecchi fienili, che mantengono molte delle loro caratteristiche originarie, anche se oggi possono avere la funzione di magazzino o in alcuni casi essere stati ristrutturati per un uso residenziale. La cosa negativa proseguendo lungo la strada -pensiero molto comune tra le persone presenti al sopralluogo- è stata la mancanza di marciapiedi: eravamo quindi costretti a passare ai margini della strada e inoltre sotto il sole, non essendoci sufficiente alberatura a fare un po’ d’ombra.

Come è stato detto a lezione, Capannori stenta tutt’oggi a trovare una sua identità: ed infatti è quello che è emerso durante il sopralluogo una volta giunti nel centro della città. A parte la Piazza con la chiesa (che dovrebbe avere, a mio parere, una centralità più forte) ed il parco, rimane ben poco. La sua caratteristica è quella di essere una cosiddetta “città diffusa”: infatti ampi spazi aperti separano gli edifici –assenti di uno schema logico e relazioni- tra loro. Addirittura i servizi sono completamente dislocati, trovandosi più a nord e non essendo ben collegati al centro della città. Perciò in fase progettuale l’idea per la rivalutazione di questa zona è stata quella di sfruttare questi ampi spazi aperti creando dei percorsi a verde, ciclo-pedonali, intervallati da piccoli specchi d’acqua, che attraversano gran parte della zona di progetto e che collegano tutti i punti chiave –piccoli quartieri e servizi- ; qui anche l’inserimento di orti urbani. Inoltre l’introduzione di alberature e aiuole fiorite (così da donare un po’ di colore) lungo le carreggiate, e marciapiedi per garantire l’incolumità dei pedoni; sistemare gli edifici secondo le previsioni del p.r.g. seguendo un preciso schema di edificazione; creare una grande centralità dove vi è attualmente il municipio: una grande piazza (collegata con percorsi verdi al resto della città), con annesso un polo che racchiude i servizi più grandi, quali municipio, asl, museo e biblioteca; una piazza che possa essere anche luogo di mercati, incontri, manifestazioni, insomma che doni un proprio carattere e una propria identità a Capannori.

Jenny Scianna

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